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Gli ostacoli al cambiamento consapevole

La paura del cambiamento è una delle più profonde per il genere umano.

Cambiare significa andare oltre, implica un movimento che accetti di abbandonare l’ancoraggio a una posizione statica e conservativa (anche se quest’ultima fornisce una sicurezza mentale a cui si fatica a rinunciare).

Noi costruiamo schemi comportamentali e di pensiero, abitudini fisse, con lo scopo di rendere la vita più prevedibile, evitando sorprese brusche che rischiano di sconvolgere l’equilibrio raggiunto nella nostra zona di comodo.

Ma questa staticità si paga caramente.

Capita di non riuscire più ad ascoltarci davvero, il contatto con i bisogni profondi si interrompe, il moralismo e la rigidità prendono il posto della flessibilità e della responsabilità.

I copioni che ci diamo (e che spesso abbiamo ricevuto fin da piccoli senza poterli mettere in discussione) consolidano un controllo mentale soffocante.

Così la paura rimane incapsulata e chiusa ad opera di quegli schemi difensivi, anestetizzando le sensazioni fisiche, fino a quando qualche sintomo esplode rompendo il ghiaccio e gettandoci nel panico.

Questo necessità di controllare gli eventi e di prevedere ogni cosa è il peggior nemico del cambiamento consapevole.

Esso, infatti, richiede apertura, ascolto di sé, disponibilità a una ricerca che non può conoscere in anticipo l’esito delle sue esplorazioni.

Bisogna lasciare il campo base per scalare la montagna, dando alle paure uno spazio e un tempo per trasformarsi in occasioni di crescita.

Roberto Costantini