Mi piace parlare di quello di cui “non si dovrebbe”, non si dovrebbe perché bisognerebbe vergognarsi, sentirsi inadatti, oppressi da non si sa quale tabù imposto da non si sa nemmeno più chi.

Il Coraggio di Parlare di Ciò che Non si Dovrebbe è ciò che mi guida, perché credo che non ci sarebbe proprio nulla su cui tacere.

All’inizio pensavo che la mia indole fosse meramente provocatoria, un volermi far vedere a tutti i costi ma con il passare del tempo ho compreso cosa si celasse veramente dietro questo sentimento. Si trattava più di una necessità, di una ribellione ad un sistema che ci vuole perfetti e senza sfumature. Invece io voglio portare luce, OVUNQUE, perché nelle nostre paure si cela la nostra vera forza.

Dialogando ho trovato tanta intimità. Lo so che è un controsenso, ma quando esci dal buio hai l’occasione di trovare altre persone simili a te con le quali condividere cose indicibili e riscoprirsi semplicemente UMANI. L’unica cosa che porta all’isolamento è il silenzio. Aprirsi fa tanta paura perché risveglia sentimenti assopiti, sia in chi parla che in chi ascolta. Ci si mette a nudo, senza filtri.

Parlare di ciò che non si dovrebbe può sembrare rischioso, ma è proprio in questa esposizione che troviamo una forza incredibile. È un processo che ci libera, che ci permette di vedere le nostre vulnerabilità non come punti deboli, ma come parti essenziali del nostro essere. Questi momenti di apertura ci mostrano che non siamo soli nelle nostre paure e insicurezze. Anzi, sono proprio queste conversazioni a creare legami autentici, basati sulla comprensione e sull’empatia reciproca.

Quando rompiamo i tabù, ci ribelliamo contro un sistema che ci vuole conformi e senza difetti. Invece, scegliere di parlare apertamente delle nostre difficoltà e dei nostri segreti significa rivendicare la nostra umanità in tutte le sue sfaccettature. È un atto di ribellione che porta alla luce ciò che è nascosto, trasformando le nostre fragilità in punti di forza.

In un mondo che spesso ci impone il silenzio, io scelgo di parlare. E tu?